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HDRI 2: acquisizione delle foto


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Scattare delle foto per creare una immagine HDR è abbastanza facile, ma per ottenere buoni risultati è necessario seguire alcuni semplici accorgimenti.
In questo secondo articolo dedicato alla tecnica HDR spiegherò alcuni metodi utilizzabili per ottenere delle foto utili alla creazione di una buona HDR (e per la successiva elaborazione tone mapping), oltre a qualche consiglio che spero troverete utile.
Non è necessario avere attrezzature particolari per scattare queste foto. Qualunque macchina digitale lo consente (a parte forse le macchinette usa e getta che si possono trovare in qualche bancarella).
Ovviamente con alcune macchine fotografiche è più facile o comunque più rapido.
Prima di passare allo scatto vorrei soffermarmi su un termine che sarà utilizzato sia in questo articolo che nel successivo, per la creazione dell'immagine HDR: E.V. che significa Exposition Value.
Brevemente lo possiamo definire come la quantità di luce registrata da una pellicola (nel nostro caso dal sensore della macchina digitale) e dipende da 3 fattori: il diaframma dell'obbiettivo, la velocità dell'otturatore e la sensibilità della pellicola.
Per una descrizione più dettagliata di questo parametro potete consultare Wikipedia. Per i nostri scopi basterà dire che gli E.V. sono calcolati in modo tale che quando la luce varia di un E.V. per compensare basta spostarsi di un tempo o di un diaframma. Inoltre l'aumento del valore di E.V. significa un aumento dell'esposizione.
Per realizzare delle buone HDR non servono i valori assoluti degli E.V., ma bastano quelli relativi. Vedremo tra poco cosa sono.



Per ottenere un HDR di qualità che possa essere elaborata producendo risultati d'effetto è necessario avere diverse esposizioni con la massima qualità possibile. Ciò significa scattare più foto possibili con la sensibilità più bassa che si può avere dalla propria macchina.
Purtroppo non tutte le fotocamere consentono di scegliere la sensibilità del sensore e quindi le foto potrebbero avere dei disturbi molto accentuati che in sede di tone mapping risulteranno ancora più evidenti.
Il numero minimo di foto da scattare per un HDR accettabile è 3, per quanto non sia impossibile ottenere buoni risultati anche solo con 2 o in casi particolari addirittura 1 sola foto.

Per eseguire le foto bisogna considerare quanto segue:

  • È indispensabile agire esclusivamente sui tempi di posa e mai sul diaframma. Questo perché agire sul diaframma per variare l'esposizione comporta anche una variazione della profondità di campo e quindi le foto ottenute non saranno omogenee
  • Per avere il maggior numero di informazioni di luminosità possibili bisogna realizzare foto con esposizioni molto diverse tra loro
  • Essendo per ovvi motivi le foto scattate in momenti diversi, non devono essere presenti parti in movimento, tra cui persone, animali, macchine, ma anche alberi mossi dal vento. Alla fine dell'articolo spiegherò un metodo per risolvere questo problema, ma a discapito della qualità e che comunque non sarà possibile utilizzare con qualunque fotocamera
  • Per quanto non indispensabile, un cavalletto è sicuramente utile per tenere l'inquadratura fissa tra le foto. Si può comunque correggere qualche piccolo spostamento dell'inquadratura tramite software


Il metodo più rapido per realizzare le foto è quello di utilizzare il bracketing. Questa opzione è presente praticamente in tutte le macchine fotografiche e consente di scattare automaticamente tre foto con esposizioni fino a -1 E.V. e + 1 E.V. con la terza foto che avrà variazione 0 E.V. e sarà quella con l'esposizione indicata come ideale dalla macchina fotografica.
Le variazioni di +-1 E.V. sono da considerarsi il minimo per avere sufficienti informazioni di luminosità. L'ideale sarebbero variazioni di 2 E.V. sia in positivo che in negativo, ma le fotocamere che consentono tali valori per il bracketing sono purtroppo molto poche.

Si può ovviare a tale mancanza utilizzando la modalità manuale delle fotocamere, se la possiedono. Questo generalmente esclude i modelli più economici.
Per realizzare le foto in modalità manuale si deve innanzitutto impostare la macchina per fare una foto con esposizione corretta (secondo le indicazioni della fotocamera stessa) e scattare così la prima foto. Per le altre due foto basta variare, rispetto ai tempi dell'esposizione corretta, i tempi di scatto (e solo quelli), spostandoli possibilmente di due posizioni. Se avete la possibilità di fare più di tre foto (ad esempio 5) potete spostare i tempi anche di una sola posizione alla volta.
Ovviamente dovete fare le foto spostando i tempi sia più in alto rispetto allo scatto iniziale che più in basso, in modo da avere foto sottoesposte e sovraesposte.
Inutile dire che in questo caso la difficoltà è nel mantenere la stessa inquadratura tra le varie foto e qui un cavalletto è caldamente consigliato.



Con alcune macchine fotografiche esiste una terza possibilità che fornisce anche una soluzione al problema di oggetti o esseri viventi in movimento nella scena.
In certi modelli è possibile salvare le foto in un formato chiamato RAW e che, a differenza del classico JPEG, è già un tipo di HDR per conto suo.
Tutte le fotocamere utilizzano dei sensori che consentono di registrare livelli di luminosità di 4096 o anche 16384. Tutti questi livelli vengono utilizzati dal software interno alla macchina fotografica per generare una foto finale che sia la migliore possibile, ma poi questi dati vanno generalmente persi. Qualche costruttore ha però deciso di consentire agli utilizzatori di sfruttare questi dati, salvandoli in un file.

Poiché il formato RAW possiede già parecchi livelli di luminosità, è possibile scattare una sola foto per ottenere un'immagine HDR accettabile. E poiché può bastare una sola foto questo è anche l'unico modo per poter ottenere delle HDR con soggetti in movimento.

Se comunque la scena è fissa, consiglio di scattare comunque più foto anche con il formato HDR. Se ne avvantaggerà di molto la qualità finale dell'immagine.

Per finire qualche riflessione sulle scene da fotografare.
Non tutte le inquadrature meritano una HDR. Inquadrature con illuminazione uniforme non necessitano certo di tale tecnica. Anche soggetti molto scuri non sono consigliabili per questa tecnica, a causa della forte evidenziazione dei disturbi nel risultato finale.
I soggetti migliori sono i paesaggi con forti differenze di luminosità e soprattutto con cieli coperti o comunque non uniformi, foto fatte in controluce o con il soggetto tra la fotocamera e una finestra, interni di chiese o monumenti con vetrate artistiche e comunque tutte le foto dove con una singola foto si possono perdere in modo definitivo dei dettagli.

Qui sotto ci sono i link alle foto che utilizzerò nel prossimo articolo per la creazione dell'immagine HDR. Le foto sono liberamente scaricabili ed utilizzabili, con la sola richiesta di non spacciarle come vostre e possibilmente di mettere un link a questi articoli se le utilizzate su qualche sito internet.
Le foto sono le originali, quindi sono di dimensioni piuttosto grandi e contengono le informazioni EXIF che potete consultare per avere informazioni sulle esposizioni.
Vi consiglio di prestare attenzione alle differenze di luminosità tra le varie foto, sia nelle parti più scure (ad esempio le piante) che in quelle più chiare (come la parte alta del cielo).
Notate inoltre come sembra "piatta" l'immagine esposta correttamente (la seconda) e il fatto che la prima foto ha l'inquadratura leggermente spostata rispetto alle altre due.

Foto -1 E.V.
Foto 0 E.V.
Foto +1 E.V.

Per una panoramica sulla tecnica HDR vi invito a leggere il primo articolo.

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